Mentre gli sistema le flebo, Cristina lo guarda con un accenno di sorriso.
E’ l’infermiera che fa il turno di notte. Si chiama come me.
“Scommetto che non le dico niente di nuovo se le dico che suo marito assomiglia tantissimo a Vasco Rossi, vero? ” Mi dice sottovoce.
”Si , certo, me lo dicono spesso, è vero gli assomiglia molto, ma lui non ci tiene tanto perché Vasco come cantante non gli piace per niente, a differenza di me che invece lo adoro."
”Si , certo, me lo dicono spesso, è vero gli assomiglia molto, ma lui non ci tiene tanto perché Vasco come cantante non gli piace per niente, a differenza di me che invece lo adoro."
Passerà spesso poi a controllarlo durante la notte e ogni volta avrà una parola anche per me.
E’ interminabile la notte in una stanza d’ospedale.
Tutto e’ interminabile dentro un ospedale.
Il tempo cessa di avere il suo valore dentro le mura di un ospedale.
Ogni minuto che passa sembra più lungo di un’ora.
Il tempo cessa di avere il suo valore dentro le mura di un ospedale.
Ogni minuto che passa sembra più lungo di un’ora.
Specialmente quando si aspetta nella sala d’attesa, con gli occhi che non si schiodano dalla porta della sala operatoria, con le notizie che non arrivano e tu non riesci più a controllare il battito cardiaco, senti il cuore che impazzisce e ti manca il respiro e vorresti gridare e vorresti che qualcuno ti aiutasse perché hai paura di essere tu ora a non farcela, si, hai paura che il cuore ti ceda, certo, si, questa sensazione che il tuo cuore stia cedendo ti perseguita per tutto il tempo d’attesa.
Ti vergogni della tua paura.
E’ lui che sta rischiando la vita, non tu.
E’ lui che è sotto i ferri, non tu.
Ti vergogni della tua paura.
E’ lui che sta rischiando la vita, non tu.
E’ lui che è sotto i ferri, non tu.
E poi ti lasci andare, si, non ce la fai più e lasci che le lacrime seguano il loro corso naturale.
Sono silenziose le lacrime. Non disturbano nessuno.
Vedi che lo fanno anche altri, si, non c’è nulla di male ad affidarsi alle lacrime. Nel tuo caso creano una piccola barriera che ti serve per attenuare un devastante senso di impotenza, perchè tu ora non puoi fare niente, devi solo aspettare.
In mano, per tutte le sei ore e mezza tieni la busta che lui ti ha consegnato prima di lasciare la stanza..” Ti ho scritto un po’ di cose “ ti ha detto posando l’intensità del suo azzurro nei tuoi occhi.
Ma tu non hai voluto leggerla. La leggerai quando lui ritornerà. Si. Perché lui ritornerà.
Ma tu non hai voluto leggerla. La leggerai quando lui ritornerà. Si. Perché lui ritornerà.
Il primo spiraglio di Luce arriva alle 13 e 30.
Il dott. P. ti vede, ti fa il segno di OK con le dita, ti chiama. Ti avvicini a lui, sei tesissima, lui ti prende la mano, un gesto molto umano, : “ Stiamo finendo, l’intervento è riuscito, lo terremo ancora un paio d’ ore sotto osservazione e poi uscirà, è stato un intervento impegnativo ma è andato bene. "
Il dott. P. ti vede, ti fa il segno di OK con le dita, ti chiama. Ti avvicini a lui, sei tesissima, lui ti prende la mano, un gesto molto umano, : “ Stiamo finendo, l’intervento è riuscito, lo terremo ancora un paio d’ ore sotto osservazione e poi uscirà, è stato un intervento impegnativo ma è andato bene. "
Il secondo spiraglio di Luce arriva verso le quindici: Lui, il suo respiro, la mia mano nella sua.
E’ lunga la notte in una stanza d’ospedale.
In piedi davanti all’enorme finestra che c’è in quella stanza numero sedici i miei occhi cercano stelle cadenti.
Ah, si, la lettera. Ora posso leggerla. Si.
In piedi davanti all’enorme finestra che c’è in quella stanza numero sedici i miei occhi cercano stelle cadenti.
Ah, si, la lettera. Ora posso leggerla. Si.
Cristina