Non ce l’ho fatta.
Mi dispiace.
Mi dispiace tanto.
Non c’è l’ho fatta a salvarvi.
Ho provato di tutto, mi sono battuta per voi fino alla fine, ma purtroppo ero in minoranza.
Le minoranze perdono quasi sempre.
Ho provato, si, ho provato a convincerli che avevate ancora bisogno di tempo, che forse non era tutto finito, che magari l’anno scorso eravate in guerra con le vostre radici e per questo non avete voluto indossare il vostro abito più bello, quello che vi rendeva così eleganti, raffinate: l’abito verde, che come seta leggera vi modellava il corpo alto e magro. Eravate stupende. Si. Davvero.
Ho insistito fino a rendermi ridicola nel provare a convincerli che sicuramente a primavera avreste fatto a tutti una sorpresa rivestendo di piccole gemme le vostre fronde adesso così fragili e stanche.
Non è servito a nulla.
Hanno emesso tutti la stessa sentenza: sono morte.
Perché?
Perché non avete più voluto i baci del sole e le carezze del vento?
Perché avete smesso di fare l’amore con la terra?
Perché non avete lottato?
Non avete imparato niente da me in questi otto anni ?
Senza di voi non è più come prima.
E mi mancate.
Cristina