lunedì 29 febbraio 2016


Tanto per scrivere...

Da Giovedì sono chiusa in casa.
Mal di testa, febbre alta, e altro...ehm , ma  è il caso di sorvolare...
Si, ho beccato l'influenza. 
La cosa positiva sta nei due chili  che  in quattro giorni  di nutrimento a base di tè, ho restituito alle "cose di Natale", (erano quelli che avevo incamerato nelle abbuffate  Natalizie),    e vabbè,  per quasi un annetto non li riavrò tra i piedi, almeno spero. 
Comunque oggi va un pò meglio e penso proprio che domani potro ritornare al lavoro.
Ho già un lungo elenco di cose da fare, lo so. In ufficio si sono accorti che non ho letto le mail e così mi hanno tempestato di sms.  
Uffff! Ma perchè  non mi mollano un attimo, Si stà così bene lontano dalle responsabilità, dai doveri, dagli impegni.  Possibile che non capiscano che per me  questa " parentesi  influenzale" è  stata... una vacanzina?
Accidenti.
Non ho più voglia di nuove strategie di mercato.
Non ho più voglia di ascoltare quel "so tutto io" del commercialista. 
Non ho più voglia  di banche che quando va tutto bene ti stendono il tappeto rosso e quando ci sono problemi fingono di non conoscerti.
Non ho più voglia di appuntamenti con clienti maleducati. 
Non ho più voglia di dipendenti lunatici.  
Non ho più voglia di aumentare il fatturato altrimenti rischio di non coprire le spese. 
Non ho più voglia di dover  trovare sempre  una soluzione per tutto. 
Non ho più voglia, ecco.
Vabbè...
Le linee di febbre ormai si sono stabilizzate a 36.
Volente o nolente, la vacanzina sembra sia agli sgoccioli.
Domani, entrerò nel mio ufficio, mi siederò alla scrivania, aprirò l'agenda, comincerò a leggere la sfilza di appunti e di impegni che diligentemente M. avrà scritto, e non avrò dubbi su chi scegliere:
mi lascerò pastrugnare  come sempre dalla Passione che ho per il mio lavoro, e i "Non Voglio" ...  ogni tanto ritorneranno alla carica, ma tanto lo sanno che con me non c'è soddisfazione.

Sai Blog, oggi ho trascorso il pomeriggio a rileggerti.
Quanti piccoli momenti della mia Vita ti ho lasciato! Piccole cose,lo so, piccole "fotografie  dei miei Pensieri e del mio Animo"
.
Ho ritrovato la mia Piccola Peste: 
http://adunpassodaisogni.blogspot.it/2006/04/piccola-peste-non-fallisce-mai-e-un.html,  che adesso è una splendida ragazzina tredicenne, bella bella bella dentro e fuori,

e poi la nascita di Aurora: 
http://adunpassodaisogni.blogspot.it/2006/11/sabato-mattina-e-vero-sono-stata-mia.html; un momento indimenticabile e bellissimo,
e poi uno dei  tuoi tanti compleanni, Blog:
http://adunpassodaisogni.blogspot.it/2011/07/blog-post.html;
e poi una visita del caro Sig. D.P. con uno dei tanti libri che mi ha regalato nel corso di questi anni,
http://adunpassodaisogni.blogspot.it/2010/06/blog-post.html;
e poi altro e altro ancora...  Si. Davvero.
Ho sempre creduto di darti in consegna Piccoli Cose, invece ti ho lasciato impronte della mia realtà, momenti , ricordi...
Sei un tesoro.
Ma tanto lo sai.
Che te lo dico a fare!



giovedì 18 febbraio 2016



(Condivido totalmente... )


UNIONI CIVILI METTERCI, LA FACCIA
( di Mario Calabresi)      tratto da Repubblica.it DEL 18.02.


Era la fine dell’estate del 2011 quando a Rossana Podestà, compagna di vita da oltre trent’anni di Walter Bonatti, venne impedito di entrare nel reparto di rianimazione dell’ospedale romano dove il grande alpinista stava morendo. Il motivo? Non erano sposati.

Ieri mattina il Senato era chiamato ad approvare una legge che dovrebbe finalmente mettere l’amore di una coppia al riparo dalla cecità delle burocrazie e dalle discriminazioni. Una legge che ne contiene due: una riguarda le coppie eterosessuali e recupera le occasioni mancate dei Pacs (approvati in Francia quasi 17 anni fa) e dei Dico, opportunità sprecate per cecità e arretratezza. E dire che fin dal 2000 la Carta dei diritti fondamentali dell’Unione europea riconosce come diritti distinti il diritto al matrimonio e il diritto a costituire una famiglia. A questo secondo diritto, non tutelato dalle leggi italiane, aspirerebbero oltre 900mila coppie italiane che hanno messo su casa senza essersi sposate.

L’altra parte della legge si propone di estendere la possibilità di unione civile alle coppie omosessuali, come previsto dalla Corte costituzionale con una sentenza del 2010 in cui si afferma che a due cittadini dello stesso sesso va riconosciuto il diritto fondamentale di vivere liberamente una condizione di coppia ottenendone il riconoscimento giuridico.

COSA PREVEDE IL DDL CIRINNA'

Quella al voto ieri era la pallida copia di una legge che esiste da tempo nel resto dell’Occidente, niente di rivoluzionario. Una legge che dovrebbe servire a sanare due ritardi storici e a rispondere a cambiamenti profondi delle nostre società. Pare abusato ripetere che il Paese e l’opinione pubblica hanno metabolizzato da tempo le coppie non sposate, che non desta scandalo l’amore tra due uomini o tra due donne e che il diritto di stare accanto al proprio compagno in ospedale o a non perdere la casa se uno dei due muore sono il minimo per una comunità civile.

Sembrava la volta buona, eppure abbiamo dovuto assistere ancora allo spettacolo sconfortante e penoso di un Parlamento che naviga a vista, senza orizzonte, senza coraggio. Ora siamo davanti a un percorso accidentato, pieno di incognite, che potrebbe concludersi con un naufragio.

Una situazione di caos che sta scatenando i peggiori istinti parlamentari, quelli del dileggio, della rissa e degli espedienti tattici che servono solo a lucrare un minuto di celebrità. Giochini fatti sulla pelle di chi aspettava la legge ma anche sulla pelle di un Parlamento che non si rende conto di quanto sia già screditato.

Chi sono i responsabili di questa situazione grottesca e grave? Non è difficile rispondere: il Pd, Renzi e il Movimento 5 stelle. Questi ultimi hanno dimostrato ancora una volta di non essere interessati a fare politica, nel senso nobile del termine: mettersi in gioco, fare la differenza nella vita delle persone, caricarsi scelte complesse e difficili con senso di responsabilità. La cosa che hanno imparato meglio in questi pochi anni di presenza in Parlamento è il vizio di fare giochini tattici, sono diventati professionisti di quei voltafaccia che si pensava appartenessero a stagioni passate.

Il Pd aveva un problema interno ma non è stato capace di affrontarlo per tempo e con chiarezza e alla fine, molto ingenuamente, si è fidato dei grillini nella speranza che fossero loro a sciogliere i nodi e ad evitare il confronto tra le anime del partito.

Il presidente del Consiglio ha creduto che si potesse approvare una legge di questo tipo senza metterci fino in fondo la faccia e senza un vero confronto con gli alleati di governo, nella convinzione che bastasse avere il merito di appoggiare il testo Cirinnà qualunque fosse la sorte finale. Non si può pensare che vittoria, sconfitta e pareggio siano cose ugualmente tollerabili, ci vuole il coraggio di definirsi, di scendere in battaglia, anche a costo di polemiche e rotture.

Il tutto è stato peggiorato e reso indigesto da un dibattito pubblico pessimo, fazioso, inquinato dagli estremismi e dalle falsificazioni. Un dibattito in cui è mancata la serenità da ogni parte e in cui i termini del confronto sono stati resi irriconoscibili. In nessuna parte della legge si prevede che una coppia omosessuale possa chiedere di adottare un bambino (si prevede invece che il coniuge abbia il diritto di adottare il figlio naturale del compagno) ma il messaggio è passato così in tanta parte dell’opinione pubblica. Così come non si parla mai di utero in affitto, una pratica vietata in Italia che ci rimanda allo sfruttamento di donne povere e deboli, una pratica che sembra apparsa sulla scena solo oggi per le coppie gay quando è invece utilizzata da tempo da coppie eterosessuali che non riescono ad avere figli.

Ora non resta che fare con serietà e chiarezza ciò che andava fatto molto tempo fa: un confronto serrato
all’interno del Pd e della maggioranza per decidere una linea (se necessario attraverso una mediazione che oggi appare certo irritante ma che dovrebbe essere naturale in una coalizione come in una forza politica) e per portarla avanti e fino in fondo con coraggio. Mettendoci la faccia.

giovedì 11 febbraio 2016



LA BORSA DI UNA DONNA
(testo di: A. Iammarino, A. Adami, M. Masini)
Canta: Noemi


La borsa di una donna pesa
come se ci fosse la sua vita dentro
Tra un libro che non vuole mai finire
ed altri trucchi per fermare il tempo
c’è la sua foto di un anno fa
che ha messo via perché non si piaceva
Ma a riguardarla adesso
si accorge che era bella ma non lo capiva 


La borsa di una donna riconosce le sue mani
e solo lei può entrare nascosto
in una tasca c’è quel viaggio che è una vita che vorrebbe fare
Milioni di scontrini, l’inutile anestetico del suo dolore
E stupidi sensi di colpa per quel desiderio di piacere 


E se ci trovasse quei giorni 
Di carezze fra i capelli lei per due minuti soli 
pagherebbe mille anni 
Anni spesi per ritrovare 
Le cose che qualcuno è riuscito a smarrire
La voglia di sorridere, di perdonare
La debolezza di essere ancora 
come la vogliono gli altri 


La borsa di una donna
non si intona quasi mai con quel che sta vivendo
Nasconde il suo telefono
gelosa di qualcuno che la sta chiamando
Vicino alle sue chiavi
la solita ossessione di scordarle ancora
E in quel disordine apparente
la paura di restare sola 


La borsa di una donna
che può rivelare i suoi segreti in un momento
e forse nella tua distrattamente la sua vita c'è rimasta dentro
tu che pensavi che ci fosse rimasto un po’ di spazio
per un altro amore
invece nella borsa di una donna
non c’è posto per dimenticare, dimenticare… 


E vai dove ti porta il cuore, si…
un ritaglio dentro la patente
ci sei stata mille volte ma non ci hai mai trovato niente 
niente che ti aiuti a capire il senso di una sera che non sa meravigliare
il senso del tuo ricordare e progettare 
scordandoti di vivere adesso 


Adesso che si alza un vento che spazza le nuvole 
E che si porta via gli inverni
La polvere, i dubbi e i miracoli 
aspettati mille anni

Anni spesi per ritrovare
Le cose che qualcuno è riuscito a smarrire
La voglia di sorridere, di perdonare 
La debolezza di essere ancora
Come ti vogliono gli altri 

La borsa di una donna pesa come se ci fosse la mia vita dentro.


(A me, certe canzoni toccano l'anima, perchè sono Poesia.
In questa... c'è anche uno specchio che mi dice:
"Guardati, Cristina Emma. Vedi? Questa sei tu.")