B e M erano tute e due al telefono perciò, quando anche la terza linea cominciò a squillare risposi io. Era un signore che mi chiedeva di poter parlare con W, ma W non era presente in azienda in quel momento e allora gli chiesi se potevo essergli utile. Mi parlò del lavoro che aveva la necessità di realizzare, ed io dopo averlo ascoltato, gli proposi alcune soluzioni per rendere fattibile la cosa. Intuii dal suo tono che ne rimase soddisfatto, anche perché, prima di salutarci mi chiese di inviargli il prima possibile un’offerta, offerta che dopo circa mezz’ora dal nostro colloquio telefonico potè subito esaminare e con mia grande soddisfazione ( di questi tempi proprio grande assai…) confermare.
Venerdì mattina è venuto di persona.
Alla segretaria ha chiesto di me. Voleva conoscermi.
Dopo lo scambio di un sorriso e di una forte stretta di mano ha voluto dirmi queste parole:
“Signora Cristina, ci sono cose che bisogna dirle guardando negli occhi la persona a cui sono rivolte. È per questo che sono qui. Ieri, ero in un momento non proprio felice, capita mai a lei di avere qualche tristezza che le pesa nell’animo? (eh …hai voglia se capita!, avrei voluto dirgli,…invece mi sono limitata all’accenno un lieve sorriso e l ’ho lasciato parlare). Ma poi ho sentito la sua voce e della mia tristezza non c’era più traccia, capisce cosa voglio dire?
Ci stanno abituando a premere: tasto uno per l’ufficio tizio, tasto due per l’ufficio caio, segreterie telefoniche che ti raccontano vita morte e miracoli o che ti liquidano dicendoti che devi richiamare perché l’interno è occupato, ci stanno indottrinando a comunicare per e-mail, chat, sms, e invece io ieri, ho digitato un numero di telefono, e mi ha risposto lei, con la sua voce. Credo lei sia cosciente che la sua voce fa miracoli, vero? Voglio dire, lei lo sa che ha una voce splendida, ma non è solo per il tono, no, è anche per ciò che riesce a trasmettere. Io ascoltandola, mentre mi descriveva le varie possibilità per la realizzazione del lavoro, ho percepito in lei una carica di positività incredibile, ed anche la grande passione che mette nel suo lavoro. Si lasci dire che in questi periodi bui, lei è un esempio da cogliere al volo e tentare assolutamente di imitare. “
Io… beh… non so se la timidezza fa miracoli come la voce …credo di no…, forse avrei dovuto ringraziarlo con più slancio, ma la felicità con l’imbarazzo non è proprio la morte sua… ^.^.
Però ero felice. Si. Tanto felice. Davvero. Forse avrei dovuto abbracciarlo. Lo meritava un abbraccio quel signore. Abbiamo però discusso sull’importanza del contatto umano. La praticità della tecnologia a livello umano sta facendo dei gran disastri, ci sta disabituando al confronto e in certi casi appiattisce le emozioni e le sensazioni, le smorza, le rende ghiaccio.
Qualche giorno fa, scrissi a due miei cari amici queste parole: “vorrei che oggi mi capitasse una cosa bella”.
E’ capitata. Si.
Forse questa è la prova che … Qualcuno … che io ho la convinzione mi stia alla larga, invece mi ascolta… ^.^
Ora quei due, se passeranno a leggermi… sorridendo diranno: vedi che avevamo ragione? ^.^
Cristina