domenica 12 febbraio 2012

Quando la vibrazione di una voce...



B e M erano tute e due  al telefono perciò, quando anche la terza linea cominciò a squillare risposi io. Era un signore che mi chiedeva  di poter parlare  con W, ma W non  era presente in azienda in quel momento e allora gli chiesi se potevo essergli utile.  Mi parlò del lavoro che aveva la necessità di realizzare, ed io dopo averlo ascoltato,  gli  proposi  alcune  soluzioni per rendere fattibile la cosa. Intuii  dal suo tono che ne rimase soddisfatto, anche perché, prima di salutarci mi chiese di inviargli il prima possibile un’offerta,  offerta che  dopo circa  mezz’ora dal nostro colloquio telefonico potè  subito esaminare  e con mia grande soddisfazione ( di questi tempi proprio grande assai…) confermare.
Venerdì mattina è venuto di persona.
Alla segretaria ha chiesto di me. Voleva conoscermi.
Dopo lo scambio di un  sorriso e di una forte stretta di mano ha voluto dirmi queste parole:
“Signora Cristina,  ci sono cose che bisogna dirle guardando negli occhi la persona a cui sono rivolte. È per questo che  sono qui. Ieri,  ero in un momento non proprio felice,  capita mai a lei di avere qualche tristezza che le pesa nell’animo? (eh …hai voglia se capita!, avrei voluto dirgli,…invece mi sono limitata all’accenno un lieve sorriso e l ’ho lasciato parlare). Ma poi ho sentito la sua voce  e della  mia tristezza non c’era più traccia, capisce cosa voglio dire?
Ci stanno abituando a premere: tasto uno per l’ufficio tizio, tasto due  per l’ufficio caio, segreterie telefoniche che ti raccontano vita morte e miracoli o che ti liquidano dicendoti che devi richiamare perché l’interno è occupato, ci stanno indottrinando a  comunicare per e-mail, chat, sms,  e invece io ieri,  ho digitato un numero di telefono,  e mi ha risposto lei, con la sua voce. Credo lei sia cosciente che la sua voce fa miracoli, vero? Voglio dire, lei lo sa che ha una voce splendida, ma non è solo per il tono, no, è anche per ciò che riesce a trasmettere. Io ascoltandola, mentre mi descriveva le varie possibilità per la realizzazione del lavoro, ho percepito in lei  una carica di positività incredibile, ed anche  la grande passione che mette nel suo lavoro. Si lasci dire che in questi periodi bui, lei è un esempio da cogliere al volo e tentare assolutamente di imitare. “
Io… beh… non so se la timidezza fa miracoli come la voce …credo di no…, forse avrei dovuto ringraziarlo con più slancio, ma la felicità  con l’imbarazzo non è proprio  la morte sua… ^.^.
Però ero felice. Si. Tanto felice. Davvero.  Forse avrei dovuto abbracciarlo.  Lo meritava un abbraccio quel signore.  Abbiamo però discusso sull’importanza del contatto umano. La praticità della tecnologia  a livello umano sta facendo dei gran disastri, ci sta disabituando al confronto e in certi casi appiattisce  le emozioni e le sensazioni, le smorza, le rende ghiaccio.

Qualche giorno fa, scrissi a due miei cari  amici queste parole: “vorrei che oggi mi capitasse una cosa bella”.
E’ capitata.  Si. 
 Forse questa è la prova che … Qualcuno … che io ho la convinzione mi stia alla larga, invece  mi ascolta… ^.^
Ora quei due,  se passeranno a leggermi… sorridendo diranno: vedi che avevamo ragione? ^.^                 

Cristina

sabato 4 febbraio 2012

Wislawa...



AMORE A PRIMA VISTA
Sono entrambi convinti
Che un sentimento improvviso li uni’.
E’ bella una tale certezza,
Ma l’incertezza e’ più bella.

Non conoscendosi prima, credono
Che non sia mai successo nulla fra loro.
Ma che ne pensano le strade, le scale, i corridoi
Dove da tempo potevano incrociarsi?

Vorrei chiedere loro
Se non ricordano -
Una volta un faccia a faccia
Forse in una porta girevole?
Uno “scusi” nella ressa?
Un “ha sbagliato numero” nella cornetta?
- ma conosco la risposta.
No, non ricordano.

Li stupirebbe molto sapere
Che già da parecchio
Il caso stava giocando con loro.

Non ancora del tutto pronto
A mutarsi per loro in destino,
Li avvicinava, li allontanava,
Gli tagliava la strada,
E soffocando una risata,
Si scansava con un salto.

Vi furono segni, segnali,
Che importa se indecifrabili.
Forse tre anni fa
O martedì scorso
Una fogliolina volo’ via
Da una spalla a un’altra?
Qualcosa fu perduto e qualcosa raccolto.
Chissà, era forse la palla
Tra i cespugli dell’infanzia?

Vi furono maniglie e campanelli
Su cui anzitempo
Un tocco si posava sopra un tocco.
Valigie accostate nel deposito bagagli.
Una notte, forse, lo stesso sogno
Subito confuso al risveglio.

Ogni inizio infatti
E’ solo un seguito
E il libro degli eventi
E’ sempre aperto a meta’.



…sono i versi che ci hanno fatte incontrare…
Successe una sera di nove anni fa.
Li trovai postati in una bacheca  della  com di MSN dove all’epoca depositavo i miei semplici “attimi”.
Quella bacheca era il nostro scrigno prezioso, dove ogni giorno qualcuno portava una poesia da custodire con amore.
E quella sera di nove anni fa… qualcuno accompagnò lì, nel nostro scrigno,  Lei, Wislawa…
Io… non sono mai stata una gran lettrice dei Poeti, forse perché…con molti di loro ho una certa difficoltà a capirli… non so…, ma  questo incontro fu davvero speciale.
Si, perché con Wislawa,  mi  successe la stessa identica cosa  che mi è capitò un po’ di tempo prima con Alda e  successivamente poi con Antonia: “amore a prima vista”. Appunto.
Credo di aver letto tutto di lei.
Il feeling è stato immediato.
Sentii da subito che  qualcosa ci accomunava, si, forse per questo l’ ho abbracciata dal primo istante: la timidezza ad esempio, si, la timidezza l’ ho intravista quasi da subito  tra le parole a volte dolci  e a volte taglienti dei suoi versi, versi che secondo me scriveva di getto, dettati nell’immediatezza di momenti che aveva la necessità di custodire, e poi…  l’essere un po’ schiva, riservata…  e anche quel mezzo sorriso  tra l’ironico ed il cordiale, si, anche quello…, e anche quel cappellino che spesso  portava in capo…si… anche il cappellino, si….
Mio Dio, come sono presuntuosa… volermi riconoscere nella sua Luce per dei semplici gesti  è sinceramente da presuntuosi, …sono come “vorrei ma non posso”, quasi ne ho vergogna, ma ormai l’ ho scritto.
Dicono che  si è spenta soavemente nel sonno.
E quel mezzo sorriso era lì con lei, ne sono certa.
Cristina

venerdì 3 febbraio 2012

Uffff...


...ci  mancava pure l'influenza!
Mi ha messo ko e non se ne vuole andare.
Accidenti a lei.
eeeeetchiùuuuu