lunedì 6 luglio 2020




Da un pò di tempo, tutti i venerdì pomeriggio sono sola in ufficio.

Ogni tanto, interrompevo il lavoro che stavo facendo e con la coda dell'occhio guardavo il telefono. Possibile che non chiami nessuno? Si, è vero, adesso si lavora quasi al novanta per cento per mail, ma insomma... qualche telefonata ci vuole, ecchediamine!
Poi all'improvviso ha squillato. Non il numero fisso. Il cellulare.
Pronto?
Elisa? Sei tu Elisa? Sono la nonna.
No signora, non sono Elisa. Vedo che sbaglia spesso.
E allora chi sei tu?
Non sono tenuta a dirglielo signora. Comunque non sono Elisa, mi dispiace.
Che bella voce che hai! 
Grazie Signora!
Di dove sei? Non sei delle mie parti tu? Vero?
Eh, non credo signora. Lei dalla parlata mi sembra sarda. E' così?
Si, sono di Oristano.
Io sono di Padova, signora.
Oh Padova! La città del Santo. Che bella città. Ci sono venuta tanti anni fa, sai.
Io invece non sono mai venuta in Sardegna, purtroppo.
Ma sei bella come la tua voce?
Non credo Signora, no. Direi di no.
(Sorridiamo tutte e due.)
Che dice? Ci salutiamo?
Si. ci salutiamo che avrai da fare. Scusami se ti ho disturbata.
No signora, nessun disturbo, è stato un piacere parlare con lei, davvero.

Mi rendo conto che non le chiesto praticamente niente.
Magari lei aveva invece voglia di raccontarmi qualcosa.
Le persone anziane hanno sempre molte cose da raccontare.

Deve essere molto anziana perchè la voce era un pò tremolante.
Ma tanto so che richiamerà. Sbaglierà di nuovo a digitare il numero di Elisa.  L'ha già sbagliato cinque volte.
Cerca sempre questa Elisa che a quanto pare deve avere un numero simile al mio.
Ho trascritto il numero della chiamata sulla barra di Google.
Il prefisso è di una città della Sardegna, si.

Ed ho scoperto che il numero è di una casa di riposo per anziani.

La prossima volta che chiama le dico il mio nome.
La prossima volta che chiama le chiedo il suo nome.
La prossima volta che chiama la lascio raccontare.
La prossima volta che chiama le racconterò.