domenica 30 dicembre 2012



Due Scarpe
(Pino Daniele)

Due scarpe camminano insieme

Ognuna una storia diversa
Di notte si riposano fuori dalla porta aspettando il giorno
E il giorno verrà
Il giorno ha tanti occhi e tante bocche da sfamare
Il giorno ha l’abitudine di farsi perdonare
Ma a volte basta poco, basta dirsi, come va?
Due scarpe camminano insieme
Ognuna una vita diversa
Una volta erano nuove e scintillanti
Andavano agli incontri importanti
Ma il mondo che fa?
Il mondo gira su se stesso e non ci fa cadere
Il mondo ha l’abitudine di essere crudele
Ma a volte basta poco, basta dirsi, come va?
Due scarpe camminano insieme
Ognuna una vita diversa


E' una canzone... delicata.
E' tenera, come le parole sussurrate.
L'ascolto spesso in questi giorni.
Due scarpe, che pur camminando una fianco all'altra, hanno comunque una storia diversa.
Come le Vite che si incontrano, e percorrono un cammino insieme,
pur essendo diverse l'una dall'altra.
 Questa canzone è una poesia

  dolce e rassicurante, come una carezza.



Cri

domenica 23 dicembre 2012

Buon Natale...




Un post nei paraggi del Natale è quasi una tappa fissa.
Credo non ci sia stato  un Natale, da quando  sono entrata a far parte del popolo dei Naviganti, che  non si sia preso uno dei miei pensieri  ed abbia preteso  di vederlo trascritto qui, su questo schermo, magari non necessariamente per augurare Buon Natale, ma qualcosa dal mio animo è sempre uscito.
E devo dire che  gliene sono grata, perché i miei, lo so,  sono pensieri piccoli, scritti il più delle volte a ruota libera, in momenti ricavati da quegli spazi striminziti  che riesco a rubare alle mie piene e pesanti  giornate,  ma provengono dal Cuore, ed è bello  estrapolarli ad uno dei miei sempre più numerosi  Silenzi  e ritrovarli qui, colorati di rosso.
Quest’anno avrei  avuto una lunga lista da chiedere al Natale, e fino a poco fa  erano solo richieste per me.  Si. Giuro.  Per la prima volta avevo pensato solo a me stessa. Perché ho l’animo sempre più stanco, con sempre più strettoie e cunicoli da affrontare e superare. E avevo voglia  di gridare al Natale che provasse a dedicarsi un po’ a me. Accidenti.
Ma poi…  lo sguardo è andato  a puntare oltre  il vetro della finestra che è qui al mio fianco. E questo non poteva essere altro che un segno. Si, uno di quei segni  che arrivano da chissà dove… da chissà Chi… e che cambiano  o  illuminano i percorsi  dei Pensieri dettati dall’anima…
In quell’ attimo, mentre il mio sguardo  si posava  sugli alberi  spogli offuscati un po’ dalla nebbia, passava lungo la stradina, a testa bassa, con la sigaretta in bocca, trasandato, con la barba incolta ed i capelli arruffati come li ha da diverso tempo, il D.
Il D. abitava due case dopo la mia .
Abitava, perché ora non abita più.
Ha perso tutto.
La piccola azienda che aveva è fallita, e lui si è ritrovato nella disperazione assoluta. Alcuni mesi fà il tribunale ha preteso che liberasse anche la casa. E’ stato un giorno che non dimenticherò mai. Li hanno proprio buttati fuori,  e finchè non è arrivato un camioncino a prenderli, lui la moglie e la figlia, sono rimasti in strada per ore, con le valigie e le  tante borsette di nailon con dentro le loro cose.
Umiliati fino all’ultimo, nella loro disperazione.
 Il D., dopo il fallimento non si è più ripreso, ultimamente sembrava un barbone. A volte veniva a suonarmi il campanello per chiedermi un pacco di pasta. C’erano giorni che non avevano proprio nulla da mangiare.  Un po’ erano aiutati dal Comune,  un po’ ci pensava la parrocchia, e un po’ anche noi della stradina.
Non so ora dove  sono andati ad abitare. Da quel giorno si sono chiusi in se stessi e non hanno più parlato con nessuno.
Forse il Comune  avrà trovato per loro un alloggio.  Almeno lo spero.
Dentro quelle mura sigillate e circondate ormai da erbacce incolte, c’e tutta la storia del D., c’e tutta la sua  sua Vita.  Era la casa di suo nonno, che poi fu di suo padre, e poi divenne la sua.
E come oggi, lui, di tanto in tanto arriva. A piedi.  Chissà da dove.  Sempre a testa bassa per evitare di ricevere un saluto. E sta lì. Per qualche attimo. Davanti a quel maledetto cancello sigillato.  E solo Dio sa, quanto il cuore del D. sia  lacerato.
E  se questo Natale davvero  potesse  portare  come doni: uno spiraglio di Luce  Nuova e una possibilità di ricominciare a sorridere con fiducia  alla Vita cancellando  tutte le  sofferenze passate ,  vorrei che questi doni  il Natale li portasse con tutto il cuore  al D. e alla sua famiglia.

Un caldo abbraccio a tutti 
Buon Natale.
Cristina


martedì 18 dicembre 2012




10 dicembre 2012...


Lunedì della scorsa settimana quando sono entrata nel mio ufficio, sono stati la prima cosa  che i miei occhi hanno catturato.
Erano tre ramoscelli.  Non molto grandi.  Un nastrino rosso li teneva uniti.
Non  erano completamente fioriti, C’erano però molte gemme.  I piccoli fiorellini gialli saranno stati circa una decina , non di più.
Sotto di loro c’era un bigliettino che diceva così: 
"E’ un piccolo pensiero , ma  tu hai sempre un occhio di riguardo per le cose semplici, so che lo apprezzerai.  Il Calicanto  ti assomiglia molto, per questo te  l’ho portato.  E’ una pianta forte, coraggiosa,  si fa avanti  e  fiorisce quando gli altri fiori si nascondono, affrontando la stagione peggiore e  non ama  essere particolarmente  al centro dell’attenzione . Tu sei proprio così. E  profumi sempre di buono, come il Calicanto.
Buon Compleanno Cristina.  L. “
Nemmeno so descrivere l’immensa gioia  e la commozione che ho provato. E' stato un dono inaspettato.
L. lavora con me da molti anni ed è capitato più di qualche volta che ci scontrassimo. Io, non ho un carattere facile, nel senso che... se ci sono problemi da risolvere, tralascio contorni e cornicette, sono diretta, per niente diplomatica,  cerco di arrivare subito al  dunque, e questo un pò mi penalizza perchè mi fa apparire fredda  e severa. Si, insomma, i miei collaboratori mi chiamano "rottweiler". E non è un sopranome che porto con orgoglio. Anche perchè so di non esserlo.  

L., con il suo pensiero mi ha fatto capire  però che...  vado bene così.
Ed io, ho pianto di gioia.
Le lacrime non hanno  avuto nemmeno il tempo di bussare . Me le son trovate lungo le guance che scendevano  libere come il vento  mentre, con una mano stringevo quei tre piccoli ramoscelli e con l’altra mano leggevo e rileggevo quelle parole che avevano il sapore dolce e sincero di un abbraccio amico.  

sabato 8 dicembre 2012



Tra un po’ dovrò uscire: supermercato, cercare una farmacia di turno per recuperare le  medicine che mia madre deve assolutamente assumere  e che io ho scordato di prendere ieri, ritiro giaccone di Mattia dalla sarta, acquisto sacchetto gigante di crocchette  per i cani al negozio di Mauro , toccata e fuga al negozietto di Patrizia per vedere se le è arrivato il body nero che le ho ordinato, passare a ritirare la posta nella casa di mia madre , insomma  questo  pomeriggio  non avrò di che annoiarmi.
Il Musone ha detto che le strade sono libere e si circola bene, ma a me la neve, come la nebbia, mette una punta di panico quando sono al volante, comunque presterò attenzione, e comunque non è detto che vada da sola, se glielo chiedo sono certa che mi accompagnerà, così guiderà lui .
Che poi non ho proprio nessuna voglia di uscire.  Si sta così bene in casa oggi.
Il caminetto scoppietta che è un piacere.  Il calore che emana  è così confortevole, così rassicurante, come un abbraccio.
E questa campagna coperta di soffice bianco è... pura emozione

Vabbè, adesso vado a prepararmi, altrimenti si fa buio, poi magari stasera ritorno e proverò a raccontarti qualcosa di me…

Ciao Blog.
La tua Cri