martedì 18 agosto 2009




Mentre gli sistema le flebo, Cristina lo guarda con un accenno di sorriso.
 E’ l’infermiera che fa il turno di notte. Si chiama come me.
Scommetto che non le dico niente di nuovo se le dico che suo marito assomiglia tantissimo a Vasco Rossi, vero?  Mi dice sottovoce.
”Si , certo, me lo dicono spesso, è vero gli assomiglia molto, ma lui non ci tiene tanto perché Vasco come cantante non gli piace per niente, a differenza di me che invece lo adoro."
Passerà spesso poi a controllarlo durante la notte e ogni volta avrà una parola anche per me.

E’ interminabile la notte in una stanza d’ospedale.
Tutto e’ interminabile dentro un ospedale.
Il tempo cessa di avere il suo valore dentro le mura di un ospedale.
Ogni minuto che passa sembra più lungo di un’ora.
Specialmente quando si aspetta nella sala d’attesa, con gli occhi che non si schiodano dalla porta della sala operatoria, con le notizie che non arrivano e tu non riesci più a controllare il battito cardiaco, senti il cuore che impazzisce e ti manca il respiro e vorresti gridare e vorresti che qualcuno ti aiutasse perché hai paura di essere tu ora a non farcela, si, hai paura che il cuore ti ceda, certo, si, questa sensazione che il tuo cuore stia cedendo ti perseguita per tutto il tempo d’attesa.
Ti vergogni della tua paura.
E’ lui che sta rischiando la vita, non tu.
E’ lui che è sotto i ferri, non tu.

E poi ti lasci andare, si, non ce la fai più e lasci che le lacrime seguano il loro corso naturale.
Sono silenziose le lacrime. Non disturbano nessuno.
Vedi che lo fanno anche altri, si, non c’è nulla di male ad affidarsi alle lacrime. Nel tuo caso creano una piccola barriera  che ti serve per  attenuare un devastante senso di impotenza, perchè tu ora non puoi fare niente, devi solo aspettare.
In mano, per tutte le sei ore e mezza tieni  la busta che lui ti ha consegnato prima di lasciare la stanza..” Ti ho scritto un po’ di cose “ ti ha detto posando l’intensità del suo azzurro nei tuoi occhi.
Ma tu non hai voluto leggerla. La leggerai quando lui ritornerà. Si. Perché lui ritornerà.

Il primo spiraglio di Luce arriva alle 13 e 30.
Il dott. P. ti vede, ti fa il segno di OK con le dita, ti chiama. Ti avvicini a lui, sei tesissima, lui ti prende la mano, un gesto molto umano, : “ Stiamo finendo, l’intervento è riuscito, lo terremo  ancora un paio d’ ore sotto osservazione e poi uscirà, è stato un intervento impegnativo ma è andato bene. "
Il secondo spiraglio di Luce arriva verso le quindici: Lui, il suo respiro, la mia mano nella sua.
E’ lunga la notte in una stanza d’ospedale.
In piedi davanti all’enorme finestra   che c’è in quella stanza numero sedici i miei occhi cercano stelle cadenti.
Ah, si, la lettera. Ora posso leggerla. Si.

Cristina

sabato 8 agosto 2009


...
Le immagini spesse volte raccontano più delle parole.
Nel mio caso, visto che lo faccio abbastanza frequentemente, si insomma, posto prima l’immagine , la  tengo per lunghi attimi da sola, poi magari dopo  qualche ora o addirittura qualche  giorno ci metto la voce  delle mie  parole, a volte  neanche ci penso alle parole e lascio che sia solo l’immagine a parlare per me, si, nel mio caso dicevo, si potrebbe anche chiamare “malattia professionale” visto che in fondo, fa parte del mio lavoro comunicare con le immagini.
Ufff, ma che cavolo centra questo . Che razza di accidenti centrano  con il mio stato d’animo ste quattro acche di parole che ho scritto … Non centrano nulla. Proprio nulla.
”Un’Anima complicata… " mi descrisse il Signor Mariano.
Come aveva visto giusto il mio caro Signor Mariano...!
Vabbè.  Mi fermo un po’.
Questo è un… arrivederci.
Un arrivederci con un abbraccio di quelli molto forti che tolgono il respiro.

Fate buone vacanze .
Cristina

domenica 2 agosto 2009


Splendida:
Si. Sei splendida.
Sei proprio qui, ferma, davanti alla mia finestra, che mi  osservi, che mi  fissi.
Si. Mi fissi. Mi accarezzi con lo sguardo.
Che cosa vuoi dirmi? Parlami. Parlami. Parlami. Ti prego parlami.
Mi emozioni . Stanotte si. Davvero tanto.
Stanotte ti porterò con me e danzeremo in un sogno.
Insieme.  Io e te.

Nair