Non c'è parola più certa di un'altra.
S'impara a tacere con gli anni,
anche se sembra che parliamo.
Si nasce senza parole
e con tutte le parole distrutte ce ne andiamo.
E tuttavia,
nonostante vivere significhi ammutolire,
esiste un piacere primordiale nel silenzio,
che giustifica tutti i silenzi.
Javier Vicedo Alòs
Non conoscevo questo poeta e ti ringrazio per aver proposto i suoi versi. Sono particolarmente sensibile al suono del silenzio, spesso questo assurdo amore prende chi si ammanta di parole, come a voler costruire un guscio per meglio proteggere il silenzio. Mi torna in mente Beckett di cui si può dire che tutta la sua letteratura esprima l‘urgenza della parola per celebrare l‘apoteosi del silenzio, oppure per proteggerlo. Ciao.
RispondiEliminaBello, molto. Mi è venuta una strana associazione di idee con una storia Zen:
RispondiEliminaIn un piccolo tempio sperduto su una montagna, quattro monaci erano in meditazione. Avevano deciso di fare una sesshin (1) di assoluto silenzio.
La prima sera la candela si spense e la stanza piombò in una profonda oscurità.
Sussurrò un monaco: ” Si è spenta la candela! “.
Il secondo rispose: ” Non devi parlare, è una sesshin di silenzio totale “.
Il terzo aggiunse: ” Perché parlate? Dobbiamo tacere, rimanere in perfetto silenzio!”.
Il quarto, il responsabile della sesshin, concluse: ” Siete tutti stolti e malvagi, solo io non ho parlato! “.
(1) – Sesshin: periodo in cui gli adepti dello Zen fanno vita comunitaria, nella concentrazione e nel silenzio, meditando, disputando, partecipando a conferenze, mangiando insieme.
(Tratto da: “La tazza e il bastone. Storie Zen Narrate dal Maestro Taïsen Deshimaru” traduzione di Isabella Farinelli, Orsa Maggiore Editrice)
Il silenzio può essere una forma di comunicazione più profonda, che va oltre le parole, ma per giungere a questo tipo di comunicazione sono necessari due individui che hanno raggiunto una certa maturità personale e un certo livello di intensità del legame. Quando il silenzio non ci "dice" niente può essere dirompente, può essere la forma più subdola e sottile per annientarmi, per negarmi il riconoscimento e l'esistenza stessa ... molta aggressività (anche quella che finisce tragicamente) fra le coppie non proviene dalla provocazione, dal dileggio, dalla svalutazione dell'altro, ma dalla sua cancellazione (tu non esisti) veicolata dal silenzio. Ha ragione Javier Vicedo Alòs, il silenzio si impara, con gli anni, e a tacere si impara in due. Ho apprezzato il riferimento di Antonio a Samuel Beckett e lascio qui per lui e per te la poesia di questo autore che mi piace di più in assoluto:
RispondiElimina"Musica dell'indifferenza
cuore tempo aria fuoco sabbia
del silenzio frana d'errori
copri le loro voci ch'io
non mi senta più
tacere".
(Samuel Beckett, Silenzio).
Sto ancora godendomi la splendida voce di Cesária Évora ;-)
Ciao
Si, il silenzio è fatto solo per colui che ama trovar risposte. La mia semplice e, sicuramente, puerile: "Suoni del silenzio" del mio blog ... ciao
RispondiEliminaGrazie delle vostre parole. E' bello "ascoltarle" in questo Silenzio...
RispondiEliminaTra me e il Silenzio c'è sempre stata un'attrazione particolare.
Non è morbosa, o patologica. E' una necessità che mi fa stare bene
Nell'arco delle mie giornate vivo a stretto contatto con le Parole. Sono esigenti, non mi danno tregua, a volte mi sfiniscono. Quando lo cerco... è per... ricevere le sue carezze. Si.
Come questi versi di Javier Vicedo Alòs. Si. Anche questa poesia mi è sembrata una carezza.
Il Silenzio è... una specie di forma d'amore che ho per me stessa.
Scusate se ho lasciato il mio pensiero dopo molti giorni, ma ultimamente passo poche volte nella mia "piccola casa" e anche da voi. La mamma del Musone sta molto male, la Vita le concederà poco tempo ancora, forse giorni, ed io sto facendo il possibile per starle vicina.
Vi abbraccio.
Cristina
Mi correggo...
RispondiElimina[...Il Silenzio è... una specie di forma d'amore e di rispetto che ho per me stessa e anche per la Vita. ]
Ancora un abbraccio.
Ancora Cristina