ricominciare v. tr. e
intr. [comp. di ri- e cominciare] (io ricomìncio, ecc.).
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1. tr. Cominciare daccapo, riprendere dopo una interruzione più o meno lunga, etc et etc…
1. tr. Cominciare daccapo, riprendere dopo una interruzione più o meno lunga, etc et etc…
Il fatto è che devo ricominciare da me, e non ho granchè di cui raccontarti.
Perché, il compito che ti ho dato sin dall’inizio, caro blog, è stato quello di r-accogliermi e tenermi qui.con te.
Solo che mi chiedo… dai… non la faccio tanto lunga: davvero ti interessa ancora ascoltarmi? Sinceramente ho seri dubbi.
Non cominciano a darti noia i miei ” momenti”?
Guarda che c’è ben altro di più serio e importante che venire a raccontarti di Betty, una delle ultime tre gatte che hanno scelto la mia casa come dimora e che stamattina mi ha lasciato perché il camion che ha ritirato l’immondizia gli è passato sopra con le ruote, ed io… al solo pensiero che non la rivedrò più ci sto male e sto soffrendo.
Vedi? Arrivo da te dopo un mese, e cosa ti porto di me? Qualcosa che mi fa star male.
Io… vorrei portarti gioie a palate, ma che dico palate, montagne stratosferiche di gioie vorrei portarti… ma non ne ho, non ne ho caro blog.
Dai, qualcosa di positivo in questo nuovo anno nella mia vita sta succedendo, …si.. vediamo… qualcosa di positivo e se vogliamo dire anche bello. Certo. Bello è un termine semplice e terra terra ma rende ugualmente l’idea. E’ giusto che te lo dica:: mi sento più forte “dentro”.
E’ così. Non so dove vado a pescare questa forza di volontà, questa tenacia, questa furia vulcanica che abita in me e mi stimola a non mollare mai. Ma sento che c’è. E’ così.
Ok.
Ora ti lascio, che devo andare al supermercato, e poi dal Gianni il fruttivendolo, e poi dal Pino il macellaio.
Perché, il compito che ti ho dato sin dall’inizio, caro blog, è stato quello di r-accogliermi e tenermi qui.con te.
Solo che mi chiedo… dai… non la faccio tanto lunga: davvero ti interessa ancora ascoltarmi? Sinceramente ho seri dubbi.
Non cominciano a darti noia i miei ” momenti”?
Guarda che c’è ben altro di più serio e importante che venire a raccontarti di Betty, una delle ultime tre gatte che hanno scelto la mia casa come dimora e che stamattina mi ha lasciato perché il camion che ha ritirato l’immondizia gli è passato sopra con le ruote, ed io… al solo pensiero che non la rivedrò più ci sto male e sto soffrendo.
Vedi? Arrivo da te dopo un mese, e cosa ti porto di me? Qualcosa che mi fa star male.
Io… vorrei portarti gioie a palate, ma che dico palate, montagne stratosferiche di gioie vorrei portarti… ma non ne ho, non ne ho caro blog.
Dai, qualcosa di positivo in questo nuovo anno nella mia vita sta succedendo, …si.. vediamo… qualcosa di positivo e se vogliamo dire anche bello. Certo. Bello è un termine semplice e terra terra ma rende ugualmente l’idea. E’ giusto che te lo dica:: mi sento più forte “dentro”.
E’ così. Non so dove vado a pescare questa forza di volontà, questa tenacia, questa furia vulcanica che abita in me e mi stimola a non mollare mai. Ma sento che c’è. E’ così.
Ok.
Ora ti lascio, che devo andare al supermercato, e poi dal Gianni il fruttivendolo, e poi dal Pino il macellaio.
E vabbè, bisogna anche mangiare, o no?
Bello è termine definitivo, vertiginoso, bello, appunto... Che non fosse così idiota quel tale che diceva che "la bellezza salverà il mondo"? :-)
RispondiEliminaNon lo era assolutamente.
RispondiEliminaCiao Giò, che "bello" trovarti qui! :-)
In definitiva non abbiamo altri punti da cui partire se non da noi stessi, soprattutto nei momenti dolorosi, da noi ripartiamo a noi ritorniamo, dopo aver fatto un giro in piazza tra amici, fruttivendoli e lettori occasionali. Il bello a volte assume forme inaspettate. A presto cara Nair, mi dispiace per la tua gattina, mi dispiace davvero.
RispondiEliminaOgni volta che ricomincio, qualcosa in me cambia. In positivo, direi. Ricominciare, credo faccia parte del "bello" della Vita, forse per questo non mi ha mai spaventata. Se poi ci aggiungo "il Bello delle "forme inaspettate"... ho anche gioia pura da abbracciare. Grazie di avermela fatte "vedere".
EliminaUno Smack grande! ^__^
A me interessa ascoltarti, per esempio. Il tuo blog fa il suo dovere che è una meraviglia. Ricominciare. Boh? Non è che mi appassioni tanto questo verbo. Lo uso spesso anch'io ma poi penso: mica ricomincio! Io "continuo". Sto capendo che è la "continuità" che ci fa crescere, non il ricominciare. Se vedo la mia vita come "continuità", nonostante gli errori, le ferite, i distacchi, tutta la mia storia ha un senso diverso. Anche nel tuo blog le assenze fanno parte di te, e hanno un senso, come quando non si chiama un amico per anni e poi senti il bisogno di avercelo accanto, così, improvvisamente. Ha un senso :-) Ti auguro di ricominciare a gioire, che di questo hai bisogno, credo. E di poterti lasciare andare, di tanto in tanto, nelle braccia di chi sa e vuole sostenerti, perché, per esperienza personale, posso dirti che è na faticaccia essere sempre tenaci e volenterosi. Abbraccioni, bruno
RispondiEliminaPossiamo anche chiamarla "continuità" se vuoi, l'importante è sia leale, onesta, che ci fermi in tempo, che ci faccia capire dove sbagliamo e perchè sbagliamo.Si, insomma, che ci dia una mano a cambiare.
EliminaGrazie dei tuoi consigli. Ma lo sai che sono preziosi?
Sei una Bella Persona.
Un abbraccio anche a te. ^__^
Sai, leggendo il post più che al "ricominciare" mi veniva da pensare al "divenire": è un po' la differenza tra il camminare sulla neve fresca o passare su marciapiede in cui già tanti hanno calpestato. La neve è neve, ma un conto è passare dove si è già passati, magari mettendo le stesse impronte negli stessi punti (ricominciare); altra cosa è invece lasciare nuove impronte su qualcosa che sembra messo lì solo per te.
RispondiEliminam.
Che Bello questo esempio della neve, Max!
EliminaSto provando ad immaginarne la distesa soffice, con sopra le mie nuove impronte... solo per me.
Mi sono emozionata. Accidenti.
Ti abbraccio forte.
Cara Nair,nei momenti di abbandono bisogna ricominciare ,come tu scrivi da se stessi,perche solo dentro di noi puo nascere una nuova felicità.Della tua ospite non ricordare la sua fine,ma il periodo felice che tu le hai donato.
RispondiEliminaUn abbraccio,fulvio
Ricominciare, è il più delle volte un ritocco, una miglioria che offriamo alla nostra vita.
EliminaDella micia Betty è impossibile non ricordare le piccole gioie che mi ha regalato, era di una simpatia unica.
Un sorriso ed un abbraccio a te, Fulvio.
A volte capita che ci affanniamo o ci colpevolizziamo per non aver fatto, per non essere stati attenti, in cose che dipendono poco dalla nostra influenza. Dubito che tu potessi fare qualcosa per Betty, della cui morte mi dispiace, il dolore e la perdita appartengono alla vita e non ci resta che accettarli. Mentre, magari, non pensiamo affatto di poter influire su altre cose: sui nostri affetti, ad esempio, crediamo che i sentimenti avvengano così, a di fuori del nostro volere e della nostra responsabilità, mentre è vero esattamente il contrario, cioè che siamo noi a decidere di amare, di smettere di amare, di provare amicizia e simpatia, o inimicizia e antipatia. Anche la felicità più travolgente non entrerà nella nostra vita se trova la porta chiusa; siamo abituati ad attendere le cose belle, invece dovremmo contribuire a crearle ... a partire proprio dalla forza interiore che avvertiamo. Questa forza è il segno che siamo pronti per fare ... anche se spesso non sappiamo ancora bene dove poter dirigere tutta questa energia.
RispondiEliminaCiao
Invece, potevo fare qualcosa per lei quella mattina. Era sul davanzale e non la smetteva di graffiare il vetro con le zampette, quello era il suo modo di chiamarmi, e invece io non l'ho ascoltata. Se la facevo entrare in casa e la coccolavo un pò, come facevo le altre volte,non sarebbe successo.
RispondiEliminaMi stai bacchettando, vero? Pensi sinceramente che io aspetti che maturino le nespole prima di accogliere la felicità?
Non è così. Sto solo cercando di tenere a bada la durezza di questi ultimi anni. ma me la sto cavando... egregiamente, direi. E ti assicuro che non è facile. Davvero.
Ti abbraccio forte.
"Mi stai bacchettando, vero?", assolutamente no, non mi pongo mai con un atteggiamento moralistico e valutativo ... sto cercando di stimolarti piuttosto, questo si. Non credo di averti sottovalutata, ma ti vedo girare a vuoto ... la durezza non è segno di forza, ma di debolezza, attingi piuttosto alla tua forza, a quella che dici di sentire, e non vergognarti di esprimere la tua dolcezza e la tua autenticità, che sono i tuoi veri punti di forza, quelli su cui puoi fondare davvero la tua autorità e tutta la tua esistenza. Lo so che non è facile, io ci ho messo una vita a trovare i miei e anche adesso talvolta ho dei dubbi.
RispondiEliminaRicambio il tuo abbraccio.