giovedì 9 maggio 2013



Sono le otto e trenta del mattino, ed io, invece di essere come sempre già in azienda, sono ancora qui in pigiama con nessuna voglia di prendere tra le mani questa nuova giornata. 
L’agenda segna un sacco di appuntamenti: ore 10 M9, ore 11 Tele…, ore 12 Jacopo, ore 14  Fir…, e così via…
Ed io sono ancora qui. In pigiama. Con i capelli arruffati. E il volto pallido. E stanco. 
Il mio animo si sta perdendo.
Voglio gridare. Gridare. Gridare.  
Ma non grido. E’ questo il peggio del peggio. Non grido. Non grido più. Io NON GRIDO PIU’.  
Dove sei Cristina? Ma dove cazzo sei ?  Cercati, per carità. Cercati Cristina. Non permettere che la tua luce splendida si perda per strada. Non devi permetterlo.

Oggi, mi ci vorrebbe la carezza del mare. 
Solo lui riuscirebbe a vivere e rassicurare la solitudine del mio animo.

Sono già le nove… accidenti. 
Ok, Vado.
Una doccia veloce.
Alle dieci in punto non mancherò…



sabato 13 aprile 2013

Giallo...




Giunge
Improvviso
A colorare
La Vita di luce giocosa
Liquidando
Ospiti sgraditi nell'anima

Cri

sabato 6 aprile 2013




In effetti,  sono  arrivata anch’io alla conclusione che questi due figuri, messi uno vicino all’altro si fondono in un tutt’ uno alla perfezione.  Si. Certo. Credo davvero che siano  fatti l’uno per l’altro.
Vent’ anni di  strafottente arroganza  miliardaria dedita a confezionare leggi personali per pararsi il posteriore dai molteplici guai giudiziari accumulati, che hanno  portato allo stremo la nazione,  stanno passando la mano ad un altro miliardario, del quale fino a questo momento, oltre a:  conoscere i suoi sketch televisivi e teatrali dove faceva il saltimbanco;  subire le sue parolacce volgari ed offensive  che utilizza nel  metodo più meschino in assoluto: quello di metterci dentro tutti a prescindere; prendere atto   dei  suoi sistemi di comunicazione irrispettosi nei confronti  dei giornalisti italiani e  soprattutto degli italiani che l’hanno votato, ( tecnica che, secondo me, serve solamente a coprire i suoi enormi limiti come persona, ciò si capisce anche dal fatto che rifiuta ogni confronto pubblico);  mettere  in pratica  atteggiamenti intimidatori simil coreani nei confronti di quelle povere anime che hanno avuto la possibilità di sedersi in Parlamento con il simbolo 5 Stelle e per le quali ho un sincero rispetto ; leggere di  strani affari (non a suo nome, ci mancherebbe… mica si chiama Giocondo lui… ) in un’isola paradisiaca, costruirsi  una villa a Malindi vicina a quella del suo compare che è lì a sinistra della foto; creare  un blog  nel quale può scrivere migliaia di stronzate  e così facendo si assicura migliaia di interventi  i quali  a loro volta gli fanno guadagnare migliaia di euro;  ecco, a parte tutto questo, non è che sappiamo poi tanto del figuro che sta a destra della foto.
Nel frattempo che aspettiamo di sapere, l’Italia sta morendo. Si. Ha smesso di affondare. Ora proprio muore. Giorno dopo giorno muore.  Lo dico  perché, da piccola imprenditrice, so esattamente ciò che  dico. Lo sto provando sulla mia pelle.   E’ davvero una catastrofe. E non sappiamo più come venirne fuori. Davvero. Non ce la facciamo più.   E mentre questi due miliardari  giocano a chi sarà il più bravo a pigliarsi il potere, noi  stiamo esaurendo ogni forza.
C’è un Parlamento nuovo, fresco, pieno di idee, con voglia di lavorare, e che  invece è segregato a guadagnarsi la pagnotta mensile milionaria da nullafacente, a causa: dell’arroganza , del cinismo e della pazzia di questi due.  Che altro dire?  Se fossi come quello a sinistra della foto direi qualche baggianata per sminuire i toni, e fossi come quello che sta a destra della foto, direi una sfilza di volgarità, ma per fortuna sono io, e a modo mio, dico loro  di togliersi dai piedi, di lasciarci stare, di inventarsi altri giochi per passare il tempo.





E tu? Beh, tu sei stato una grande delusione.  Si.
Sai cosa mi dispiace di te? Mi dispiace che non hai le palle. Non le hai. No.  Hai paura anche della tua ombra. Non hai fiducia in te stesso.  Ma di cosa hai paura? Di cosa?  Peggio di così cosa credi che succeda?  Ma perché non ti ribelli?  Sai cosa dovevi dire a Napolitano quando si è inventato la farsa dei dieci saggi? Altro che  appoggiare le decisioni del Presidente, tsè! Dovevi dirgli: "Senti a mè Napolità, io i dieci saggi sai dove me li attacco? SAI DOVE ME LI ATTACCO??? Ecco, me li attacco lì, hai capito vero  dove? “ Dovevi pretendere, dico PRETENDERE di provarci.
Tu, da quella stanza del Quirinale non te ne dovevi andare se prima Lui non ti dava il mandato, a costo di incatenarti sulla sedia,  e sono certa che i 5 stelle avrebbero mandato il pazzo coreano e il guru  a quel paese. Ma ancora non capisci che non li reggono più?,  e insieme avreste  provato a ricostruire quel pò di cocci che servono a questa disgraziata Nazione per ripartire, e soprattutto saremmo finalmente riusciti a liberarci (o almeno avremmo fatto le prove tecniche di liberazione) di vent’anni di tragico  berlusconismo.  

Tu, sei una persona fondamentalmente semplice, ma troppo remissiva, troppo incerta, e anche troppo buona.  Forse non sei nemmeno all’altezza del compito che ti sei preso. Ma accidenti, hai fatto tanto per arrivare lì! Ti sei sfidato con quel mitraglia di Renzi  con tutte le tue forze. L'hai battuto. E poi? Che è successo? Perchè  ti sei fermato? Perchè invece di  ingranare la marcia giusta hai rallentato ?
DOVEVI FARLO. DOVEVI RIPARTIRE PIU' FORTE E SICURO DI PRIMA. E INVECE NIENTE.

ADESSO RIBELLATI. ESPLODI. E GRIDA PURE TU, ACCIDENTI! . Smettila di girare intorno alle parole. Di esattamente ciò che pensi. SII CHIARO.
DILLO- A -CHIARE -LETTERE CHE INTENZIONI HAI.
PORTACI IN PIAZZA. DAI. FALLO. CHE ASPETTI? TRASCINACI.
NOI SIAMO ANCORA IN TANTI. SIAMO MIGLIAIA DI ANIME CHE AVEVANO SCELTO TE PER  INIZIARE UN PERCORSO NUOVO.
SMETTILA DI ESSERE REMISSIVO.
SMETTILA DI SENTIRTI SCONFITTO.
RITROVA LA PASSIONE CHE PER NATURA PULSA NEI CUORI DI SINISTRA.
ABBI AMORE E RISPETTO DI NOI.

domenica 31 marzo 2013




Il grigio è un colore odioso, non capisco perché almeno il giorno di Pasqua non ci abbia concesso un time-out, visto che si è guadagnato uno spazio immenso nella vita di noi italiani. E’ proprio cinico.
Dovrei essere ai fornelli. E invece sono qui. Ancora in pigiama.  Casa mia, come ad ogni festività che si rispetti,  oggi sarà piena di gente. Vivere in una casa grande nascosta nella pace della campagna, ha  i suoi pro e i suoi contro.  I pro sono  migliaia. I contro sono pochissimi e uno di questi è quello che, diventa quasi un obbligo  ospitare parenti e amici nelle grandi feste.  Ma io oggi, se potessi, telefonerei a tutti per dire che se ne stessero  a casa loro.
 Non mi è mai successa una cosa del genere.
 Non è da me.
 Non sono così, io.
Poco tempo fa  il mio animo il giorno di Pasqua era così: http://adunpassodaisogni.blogspot.it/2011/04/devo-proprio-farmi-i-complimenti.html

Perchè la Vita ci cambia?   Si. E’ tutta colpa sua. Oggi la detesto.
Perché stà stronza, mi vuole peggiore di quello che sono?
 
Buona Pasqua.
A tutti.

Ciao Enzo…
Ciao Franco…


giovedì 21 marzo 2013

Finalmente sei arrivata...


...ecco i tuoi  primi timidi approcci pieni di tenerezza


...e  questi sono i tuoi primi giochi colorati tra l'erba ...


Grazie di esserci, Primavera.

Grazie davvero.
Sei solo al primo giorno e già ti stai prendendo cura del mio animo.
Sei un amore.



sabato 2 marzo 2013





Fa silenzio
Il mio animo
Nasconde amareggiato la sua luce  
E malinconico saluta.

sabato 16 febbraio 2013



(Immagine presa dal web)




Il Sabato è un giorno che adoro, per questo motivo lo desidero ardentemente ed appassionatamente sempre tappezzato di Sole.
Il fatto è che, lui, è l’unico giorno della settimana che trova il modo di avere delle  attenzioni  per me
E’ l’unico giorno su sette, che mi fa staccare la spina dall’inferno delle preoccupazioni che devo affrontare quotidianamente.
Come adesso ad esempio, che alle dieci del mattino  mi fa stare qui  con te, ancora  con il mio  pigiamino rosa indosso, bella tranquilla e rilassata, invece di farmi correre a destra e a manca per incassare gli insoluti dei clienti che non pagano , per poi incassarne meno di metà di quelli che avanzo e, con una mano prenderli e con l’altra portarli immediatamente in banca, altrimenti la banca non mi lascia vivere. Urca… spetta che cancello subito sto pensiero  della banca. E’ uno  di quei pensieri che non parla la lingua del Sabato.
“Lei, pensiero della banca, oggi è un pensiero non gradito dalla mia signora, rauss, pussi via, altrimenti sono autorizzato dalla mia illustrissima signora a darle  un calcio dove non batte il sole, capitooo!” Gli ha appena urlato il mio adorato Sabato.
Eh, vedi caro blog come mi coccola e mi difende  il sesto giorno della settimana !
Se fosse un uomo, non lo lascerei a nessun’altra donna. Sarebbe mio. E basta.

Su dai blog che adesso  ti racconto dei mie capelli.
Guarda che belli! Finalmente pure lo specchio azzarda un complimento.
Embè, ci mancherebbe che non lo azzardasse. Ogni mattina, gli faccio piglià un colpo quando,  con i ricci che vanno in mille direzioni mi presento davanti a lui a mò di istrice. Ma stamattina caro blog, è tutta un’altra cosa. Oh, certo che si.
Quando ieri sera la Lory, prima ancora di infilarmi la mantellina di plastica ed iniziare a spennellarmi i capelli di quella splendida tonalità di rosso che è riuscita a trovare per me, mentre  li toccava per controllarli, che solo i parrucchieri sanno toccare così divinamente i capelli,  e mi chiedeva
:” Cosa facciamo stavolta Cri? Li accorciamo un po’? eh?, ci sono  delle punte  un po’ bruciate, dobbiamo sistemarle”:io …ho tirato fuori una pagina di giornale dalla borsa e mentre gliela mostravo le dicevo :” Ehm, Lori, io stavolta li vorrei così”
 E’ rimasta zitta per un po’. Guardava l’immagine del foglio che avevo evidenziato con una freccia e poi guardava me.
Per poi dire:
” No, scusa, fammi capire, vorresti dirmi che vuoi tagliare via tutto?”  “Embè, si”, le ho risposto quasi timidamente, vedendo la sua espressione tra l’allucinato e l’incredulo.  E lei: “ No, guarda Cri, lo so che questo è il mio lavoro, ma io ai tuoi capelli mi rifiuto di fargli sto sgarbo. Sono così belli.  Non puoi, dai. Subito dopo te ne pentiresti.  Se vuoi tagliarli così corti, non chiederlo a me.
Insomma. Ha vinto la Lory.
Per questa volta ha vinto lei. Spuntatina  e basta. 
L’unica variante è che  i ricci sono spariti perché li ho lisciati.
Sono  davvero belli così lisci senza un minimo accenno di onda. Dritti. Proprio dritti.  Belli, luminosi, e accidenti… lunghissimi .
Non sembro nemmeno io.  Sembro una Cristina diversa. 
Il Musone appena mi ha visto mi ha detto:”  I tuoi ricci sono tutta un’altra cosa, così non mi piaci proprio.”. Mio figlio Mattia invece: “ Accidenti mà, che gran pezzo di gnocca che sei! “ ^.^
Mio figlio Simone con il pollice alzato:” Positivo, donna Cri! Lei riesce sempre a stupirci.  Smack!  ( si insomma mi ha dato un bacetto ^.^)
Mia madre:” Ma sito ti?”  ( ma sei tu?)
Ed io, accidenti… io con sti capelli lisci, mi piaccio proprio un casino.
Penso che i ricci, per un po’ li terrò in soffitta.
E’ vero, sembro diversa, quasi irriconoscibile.
Ma solo dal di fuori.
Dentro … per fortuna ( o per alcuni purtroppo)  c’è la Cristina di sempre ^.^
Ciao Blog, ora ti lascio.  Fuori  c'è un sole splendido. La campagna mi chiama. Ora devo correre da lei.
Ti lascio un bacio...

giovedì 7 febbraio 2013

Non sempre il cielo piange...


(Immagine presa dal web)


Ore 14 circa... prima di recarmi in ufficio

Oggi, sopra il mio cielo, ci sono due poiane.
Si, credo siano proprio due poiane.
Vanno e vengono con il loro volo lento.
Piroettano, giocano, a volte si sfiorano e ri-piroettano, come fossero ballerine classiche che danzano sulle punte.
Ho come l'impressione che si stiano corteggiando. Sembra un gioco d'amore, il loro.
E poi planano e poi ripartono verso l'azzurro.
Ed io non so perchè  sono venuta a scrivere di loro.
Ciò che so, è che, mi hanno regalato ... emozione e serenità.
Cri

sabato 2 febbraio 2013

E invece piove...



La prima cosa che ho fatto stamane quando ho aperto gli occhi, è stata quella di  aprire uno scuro  con la speranza di trovare almeno un debole spiraglio di sole. Che io oggi, se ci fosse stato anche un tenue appena impercettibile raggio di sole, sarei uscita ad abbracciare gli alberi, avrei avuto uno scambio di tenerezza con il mio roseto spoglio, avrei avrei avrei… avrei lasciato tutta  me stessa nelle mani  protettive e rassicuranti della mia campagna, oggi era proprio ma proprio necessario,  e  lei si sarebbe presa cura di me come fa sempre quando io mi butto tra le sue braccia,  e in men che non si dica  avrebbe liberato il mio animo da tutte le amarezze, le delusioni, le preoccupazioni che è costretto  ad affrontare e combattere giorno dopo giorno. Che lui… ormai è stanco di combattere. Lui è davvero stanco.
E invece piove…
Piove. Piove. Piove.
Dopo una giornata  bastarda come quella di  ieri, un raggio di sole  era il minimo che potessi meritarmi.
Non chiedo poi molto.
Ma forse… tutto  ormai è molto.
Pure tu blog.
Non sei più come un tempo.  I tuoi cieli  sono sempre più nuvolosi.
Piove maledettamente anche  quando sono  qui con te .
Fanculo pure tu.





domenica 27 gennaio 2013


Sarà perché... il Silenzio che sembra abbia intenzione di accasarsi nel mio Cuore , oggi ha deciso di uscire a respirare un po’ d’aria.
Sarà perché... mia madre in questo momento se ne sta buona buona dopo giorni d’inferno, o forse sarà perch
é i gemelli  sono in giro per i fatti loro e il Musone sta preparando da mangiare,  ed io finalmente sono riuscita a ricavarmi un attimo tutto per me.

Sarà perché…  i suoi capelli sono così  uguali ai miei.
Sarà perché... in fondo, non giriamoci tanto intorno, con queste Sue parole voglio dirti anche un po’ di me, caro Blog.
Sarà per tutti questi motivi e chissà quanti altri, che oggi, caro Blog, ti ho portato anch'io l’intensità dell’anima di Gioconda Belli.


(Gioconda Belli)

Sempre questa sensazione di inquietudine
Di attesa d’altro.
Oggi sono le farfalle e domani  sarà la
tristezza inspiegabile,
la noia o l’ansia sfrenata
di rassettare questa o quella stanza,
di cucire,  andare qua e la a fare commissioni,
e intanto cerco di tappare l’Universo con un dito,
creare la mia felicità con ingredienti di ricetta di cucina,
succhiandomi le dita di tanto in tanto,
di tanto in tanto sentendo che mai potrò essere sazia,
che sono un barile senza fondo
sapendo che “non mi adeguerò mai”,
ma cercando assurdamente di adeguarmi
mentre il mio corpo e la  mia Mente si aprono,
si dilatano come pori infiniti
in cui si annida una donna che avrebbe voluto essere
uccello, mare, stella,
ventre profondo che da alla luce Universi
splendenti, stelle nove…
e continuo a far scoppiare Palomitas nel cervello,
bianchi boccioli di cotone,
raffiche di poesie che mi colpiscono
tutto il giorno
e mi fanno desiderare di gonfiarmi come un
pallone  per contenere
il Mondo, la Natura, per assorbire tutto e stare
ovunque, vivendo mille e una vita differente
Ma devo ricordarmi che sono qui e che
Continuerò
ad anelare, ad afferrare frammenti di  chiarore,
a cucimi un vestito di sole,
di luna, il vestito verde color del tempo,
con il quale ho sognato di vivere
un giorno su Venere.



martedì 1 gennaio 2013



Primo giorno dell’anno.
Mal di gola, raffreddore, emicrania, brividi di freddo, dolori un po’ da per tutto, insomma: l’ influenza puntualmente è arrivata.   Che dire? Peggio di così non potevo iniziarti, caro  2013.
Non  perdo nemmeno  tempo  con la famosa lista di richieste. Tanto non mi ascolteresti. Accidenti, mi sento perdente fin dall'inizio con te. Che orrenda sensazione!
E dimmi, su dimmi,avrò sempre il tuo fiato pesante sul collo, eh 2013?
Prosciugherai anche tu i miei Sogni, i miei Desideri, le mie Speranze.? Si, insomma, sarai il copia/incolla del 2012, se non peggiore?
Dimmi di no.
Dai.
Dimmi di no.
Ti prego

domenica 30 dicembre 2012



Due Scarpe
(Pino Daniele)

Due scarpe camminano insieme

Ognuna una storia diversa
Di notte si riposano fuori dalla porta aspettando il giorno
E il giorno verrà
Il giorno ha tanti occhi e tante bocche da sfamare
Il giorno ha l’abitudine di farsi perdonare
Ma a volte basta poco, basta dirsi, come va?
Due scarpe camminano insieme
Ognuna una vita diversa
Una volta erano nuove e scintillanti
Andavano agli incontri importanti
Ma il mondo che fa?
Il mondo gira su se stesso e non ci fa cadere
Il mondo ha l’abitudine di essere crudele
Ma a volte basta poco, basta dirsi, come va?
Due scarpe camminano insieme
Ognuna una vita diversa


E' una canzone... delicata.
E' tenera, come le parole sussurrate.
L'ascolto spesso in questi giorni.
Due scarpe, che pur camminando una fianco all'altra, hanno comunque una storia diversa.
Come le Vite che si incontrano, e percorrono un cammino insieme,
pur essendo diverse l'una dall'altra.
 Questa canzone è una poesia

  dolce e rassicurante, come una carezza.



Cri

domenica 23 dicembre 2012

Buon Natale...




Un post nei paraggi del Natale è quasi una tappa fissa.
Credo non ci sia stato  un Natale, da quando  sono entrata a far parte del popolo dei Naviganti, che  non si sia preso uno dei miei pensieri  ed abbia preteso  di vederlo trascritto qui, su questo schermo, magari non necessariamente per augurare Buon Natale, ma qualcosa dal mio animo è sempre uscito.
E devo dire che  gliene sono grata, perché i miei, lo so,  sono pensieri piccoli, scritti il più delle volte a ruota libera, in momenti ricavati da quegli spazi striminziti  che riesco a rubare alle mie piene e pesanti  giornate,  ma provengono dal Cuore, ed è bello  estrapolarli ad uno dei miei sempre più numerosi  Silenzi  e ritrovarli qui, colorati di rosso.
Quest’anno avrei  avuto una lunga lista da chiedere al Natale, e fino a poco fa  erano solo richieste per me.  Si. Giuro.  Per la prima volta avevo pensato solo a me stessa. Perché ho l’animo sempre più stanco, con sempre più strettoie e cunicoli da affrontare e superare. E avevo voglia  di gridare al Natale che provasse a dedicarsi un po’ a me. Accidenti.
Ma poi…  lo sguardo è andato  a puntare oltre  il vetro della finestra che è qui al mio fianco. E questo non poteva essere altro che un segno. Si, uno di quei segni  che arrivano da chissà dove… da chissà Chi… e che cambiano  o  illuminano i percorsi  dei Pensieri dettati dall’anima…
In quell’ attimo, mentre il mio sguardo  si posava  sugli alberi  spogli offuscati un po’ dalla nebbia, passava lungo la stradina, a testa bassa, con la sigaretta in bocca, trasandato, con la barba incolta ed i capelli arruffati come li ha da diverso tempo, il D.
Il D. abitava due case dopo la mia .
Abitava, perché ora non abita più.
Ha perso tutto.
La piccola azienda che aveva è fallita, e lui si è ritrovato nella disperazione assoluta. Alcuni mesi fà il tribunale ha preteso che liberasse anche la casa. E’ stato un giorno che non dimenticherò mai. Li hanno proprio buttati fuori,  e finchè non è arrivato un camioncino a prenderli, lui la moglie e la figlia, sono rimasti in strada per ore, con le valigie e le  tante borsette di nailon con dentro le loro cose.
Umiliati fino all’ultimo, nella loro disperazione.
 Il D., dopo il fallimento non si è più ripreso, ultimamente sembrava un barbone. A volte veniva a suonarmi il campanello per chiedermi un pacco di pasta. C’erano giorni che non avevano proprio nulla da mangiare.  Un po’ erano aiutati dal Comune,  un po’ ci pensava la parrocchia, e un po’ anche noi della stradina.
Non so ora dove  sono andati ad abitare. Da quel giorno si sono chiusi in se stessi e non hanno più parlato con nessuno.
Forse il Comune  avrà trovato per loro un alloggio.  Almeno lo spero.
Dentro quelle mura sigillate e circondate ormai da erbacce incolte, c’e tutta la storia del D., c’e tutta la sua  sua Vita.  Era la casa di suo nonno, che poi fu di suo padre, e poi divenne la sua.
E come oggi, lui, di tanto in tanto arriva. A piedi.  Chissà da dove.  Sempre a testa bassa per evitare di ricevere un saluto. E sta lì. Per qualche attimo. Davanti a quel maledetto cancello sigillato.  E solo Dio sa, quanto il cuore del D. sia  lacerato.
E  se questo Natale davvero  potesse  portare  come doni: uno spiraglio di Luce  Nuova e una possibilità di ricominciare a sorridere con fiducia  alla Vita cancellando  tutte le  sofferenze passate ,  vorrei che questi doni  il Natale li portasse con tutto il cuore  al D. e alla sua famiglia.

Un caldo abbraccio a tutti 
Buon Natale.
Cristina


martedì 18 dicembre 2012




10 dicembre 2012...


Lunedì della scorsa settimana quando sono entrata nel mio ufficio, sono stati la prima cosa  che i miei occhi hanno catturato.
Erano tre ramoscelli.  Non molto grandi.  Un nastrino rosso li teneva uniti.
Non  erano completamente fioriti, C’erano però molte gemme.  I piccoli fiorellini gialli saranno stati circa una decina , non di più.
Sotto di loro c’era un bigliettino che diceva così: 
"E’ un piccolo pensiero , ma  tu hai sempre un occhio di riguardo per le cose semplici, so che lo apprezzerai.  Il Calicanto  ti assomiglia molto, per questo te  l’ho portato.  E’ una pianta forte, coraggiosa,  si fa avanti  e  fiorisce quando gli altri fiori si nascondono, affrontando la stagione peggiore e  non ama  essere particolarmente  al centro dell’attenzione . Tu sei proprio così. E  profumi sempre di buono, come il Calicanto.
Buon Compleanno Cristina.  L. “
Nemmeno so descrivere l’immensa gioia  e la commozione che ho provato. E' stato un dono inaspettato.
L. lavora con me da molti anni ed è capitato più di qualche volta che ci scontrassimo. Io, non ho un carattere facile, nel senso che... se ci sono problemi da risolvere, tralascio contorni e cornicette, sono diretta, per niente diplomatica,  cerco di arrivare subito al  dunque, e questo un pò mi penalizza perchè mi fa apparire fredda  e severa. Si, insomma, i miei collaboratori mi chiamano "rottweiler". E non è un sopranome che porto con orgoglio. Anche perchè so di non esserlo.  

L., con il suo pensiero mi ha fatto capire  però che...  vado bene così.
Ed io, ho pianto di gioia.
Le lacrime non hanno  avuto nemmeno il tempo di bussare . Me le son trovate lungo le guance che scendevano  libere come il vento  mentre, con una mano stringevo quei tre piccoli ramoscelli e con l’altra mano leggevo e rileggevo quelle parole che avevano il sapore dolce e sincero di un abbraccio amico.  

sabato 8 dicembre 2012



Tra un po’ dovrò uscire: supermercato, cercare una farmacia di turno per recuperare le  medicine che mia madre deve assolutamente assumere  e che io ho scordato di prendere ieri, ritiro giaccone di Mattia dalla sarta, acquisto sacchetto gigante di crocchette  per i cani al negozio di Mauro , toccata e fuga al negozietto di Patrizia per vedere se le è arrivato il body nero che le ho ordinato, passare a ritirare la posta nella casa di mia madre , insomma  questo  pomeriggio  non avrò di che annoiarmi.
Il Musone ha detto che le strade sono libere e si circola bene, ma a me la neve, come la nebbia, mette una punta di panico quando sono al volante, comunque presterò attenzione, e comunque non è detto che vada da sola, se glielo chiedo sono certa che mi accompagnerà, così guiderà lui .
Che poi non ho proprio nessuna voglia di uscire.  Si sta così bene in casa oggi.
Il caminetto scoppietta che è un piacere.  Il calore che emana  è così confortevole, così rassicurante, come un abbraccio.
E questa campagna coperta di soffice bianco è... pura emozione

Vabbè, adesso vado a prepararmi, altrimenti si fa buio, poi magari stasera ritorno e proverò a raccontarti qualcosa di me…

Ciao Blog.
La tua Cri

domenica 25 novembre 2012

Un pensiero, una richiesta e... la mia torta ^.^


Vabbè, ormai  l’incazzatura per il furto del telefono è passata.
Il giorno dopo  avevo tra le mani  già il suo sostituto, un reperto storico della LG che ho trovato  rovistando il cassetto delle cianfrusaglie.
Beh … diciamo che … non è proprio  un’ultimo ritrovato d’alta tecnologia, , potrebbe essere … dunque vediamo… si… potrebbe essere il trisavolo  del mio ex, ma il suo dovere per il momento lo fa, embè si insomma, è vecchio ma funziona. Oddio, funziona è una parola grossa, comunque   per tre ore buone funziona alla grande, dopodichè bisogna metterlo sotto carica perché la batteria  gnaa fa più. Però mi sono organizzata: porto sempre con me il cavo per ricaricarlo e ovunque io mi trovi, quando sento il bip che mi avverte del quasi immediato spegnimento, zacchete, infilo  la spina  nel primo attacco di corrente elettrica  che trovo e  cosi lo mantengo in vita. Si, lo so, è un po’ imbarazzante, però che devo fa? Non posso stare senza quell’accidente quando sono fuori per lavoro,  uffy .
E comunque, al ladro che mi ha sgraffignato il mio Galaxy, che jè venisse la caccarella ogni mezz’ora. Tiè.
Vabbè vabbè vabbè, mettiamoci una pietra sopra, va. Cambiamo argomento.

Devo fare una richiesta ad alcuni blogger  che seguo e leggo con piacere e che sono esattamente:
-       Esercito delle Amazzoni
-       Capello al Vento
-       Dark chocolate  blues
-       Frammenti di Vita
-       …e forse anche altri che adesso purtroppo non mi vengono in mente.
A volte vorrei lasciare il mio commento nei vostri post, ma purtroppo non ci riesco perché non supero il test di verifica ( sono quelle antipatiche e indecifrabili lettere che mi chiede il test prima di accettare il commento, ed io purtroppo non ne azzecco uno che sia uno, mannaggia).
Fatemi un piacere, se potete toglietelo quel fetentaccio di test. ^.^

E adesso passiamo alla mia ricettina ^.^
Più di una volta, qui nel mio blog ho raccontato di quanto io sia negata ai fornelli. Un vero disastro.
Invece di scrivere un libro di cucina, io potrei scrivere un libro sui disastri in cucina che ho combinato. Tipo quella volta che ho messo a cuocere il cotechino e poi tranquillamente e beatamente me ne sono andata al lavoro e quando alla sera sono rientrata, ho trovato la casa immersa dal fumo , il cotechino carbonizzato e ridotto alla grandezza di un wurstel, per non parlare della puzza nauseabonda che aleggiava in tutta la casa, e che per toglierla del tutto si è dovuto ritinteggiare i muri di ogni stanza.
Vabbè, comunque dopo anni e anni di insuccessi e mortificazioni, due cose in cucina ho imparato  pure io a farle con amore e a renderle sublimi al palato: i risotti e la mia splendida e adorata torta con amaretti e noci, e di questa lascio la ricetta, così se qualcuno passerà a leggermi e poi avrà voglia di prepararla, quando l’assaggerà penserà un po’ a me ^.^
Eccola qui il mio tesoro  ^.^ 


TORTA CON AMARETTI E NOCI

INGREDIENTI:

3 UOVA

MEZZO BICHIERE DI LATTE

1 HG E MEZZO DI ZUCCHERO
2 HG DI FARINA PER DOLCI (quella già lievitata)
1 SCATOLA DI AMARETTI 
1 HG DI BURRO
1 BUSTINA DI VANILLINA
1 FIALETTA AL GUSTO DI MANDORLA 
1 SACCHETTINO DI NOCI SNOCCIOLATE .( IO NE METTO ANCHE 2 SACCHETTINI)
per lavorarlo servono 2 terrine
Prima di tutto bisogna sbriciolare bene gli amaretti.

Ok, fatto questo ora si può cominciare.

In una terrina si versano 2  chiare d'uovo,  mentre nell'altra si versano i 2 tuorli  più un uovo intero.
Prima si sbattono le chiare d'uovo mettendoci  un pizzichino di sale, poco poco mi raccomando.

Quando sono  montate  a neve, versateci dentro gli amaretti  sbriciolati e mescolateli  lentamente, anzi, direi… dolcemente,  finchè non si sono amalgamati del tutto.
Poi, fatto questo, nella terrina dei tuorli versateci lo zucchero e cominciate sbattere finchè si forma quella bella cremina, poi mettete il burro ( che  deve essere molle, perciò tiratelo fuori dal frigorifero  almeno   cinque  minuti prima di iniziare il tutto  e tagliatelo a pezzettini), sbattete ancora uno due minuti, poi versate la bustina di vanillina e la fialetta al gusto di mandorla, sbattete ancora un po' ed infine  versate  la farina,  (io compero quella già lievitata, però potete usare anche quella normale e poi ci mettete a parte una bustina di lievito) e fate l'impasto finale. Se l’impasto vi sembra troppo denso, versate  mezzo bicchiere di latte (io ce lo metto sempre, mi sembra che il dolce acquisti più morbidezza),
Passate  col burro la tortiera (io ne uso una alta circa  4/5 cm con un diametro di 25/26 cm. ) e infarinatela per bene, dopodiché ci versate l'impasto. Per stenderlo io uso un cucchiaio intinto nel latte.
Ok. Fatto questo, ci versate sopra l'impasto degli amaretti e anche questo vi consiglio di stenderlo con il cucchiaio bagnato di latte, anche perchè prende un buon gusto.
Per finire ci mette sopra le noci . 
Il forno  (io ho quello a gas ventilato) deve raggiungere la temperatura di 180 gradi.
I tempi di cottura sono di 45/50 minuti.
Quando la tirate fuori dal forno cospargetela con lo zucchero a velo… et voilà… il dolce è pronto.
Vi assicuro che è delizioso. ^.^
Buon appetito !!!

Un Bacio
Cristina





sabato 10 novembre 2012





Caro ladro o cara ladra, ...
...( si, perchè a pensarci bene, non è detto che tu debba essere per forza un uomoemmerda, potresti essere anche una fimminaemmerda),
che ieri mi hai rubato sotto il naso il cellulare, sappi che questa freccia virtuale che sto tirando con l'arco, sta centrando, (sempre virtualmente ci mancherebbe), il tuo orrendo deretano.
Certo, si, sarà sicuramente orrendo perchè,  chi ruba la roba degli altri, di bello non ha assolutamente niente, nemmeno il deretano.

Ma che cavolo te ne fai del mio telefono?
Era il mio secondo ufficio. Io con quel rettangolo di plastica ci lavoravo hai capito?, disgraziato/a che non sei altro.

Si si, tu mi dirai: "Ma  tanto le varie applicazioni le hai sicuramente scaricate, così ti puoi ricostruire tutto, e' inutile che ti incazzi cosi' tanto per un telefono".
E invece nooooo. Non ho scaricato una mazza, va bene?
Hai tutto tu. Maledetto/a.

Ridammelo. Carogna.
Grrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrr

mercoledì 31 ottobre 2012




Ti chiederai perché sono così silenziosa.
Ed io ti rispondo... che non lo so il perchè.
So solo che, i miei silenzi sono pieni di te.

Cri 

venerdì 5 ottobre 2012

Tienimi per mano al tramonto...


(foto di Nair)



Tienimi per mano al tramonto,quando la luce del giorno si spegne e l'oscurità fa scivolare il suo drappo di stelle...Tienila stretta quando non riesco a viverlo questo mondo imperfetto...Tienimi per mano... portami dove il tempo non esiste...Tienila stretta nel difficile vivere.
Tienimi per mano... nei giorni in cui mi sento disorientata...cantami la canzone delle stelle dolce cantilena di voci respirate...Tienimi la mano, e stringila forte prima che l'insolente fato possa portarmi via da te...Tienimi per mano e non lasciarmi andare... mai...
-Herman Hesse-

sabato 8 settembre 2012

...l'estate sta finendo...



Oggi  il cielo è tornato a splendere, ma l’arietta frizzantina del primo mattino  che mi ha obbligata ad indossare la felpa, è bastata per ricordarmi  purtroppo che, l’Estate ha ormai vita breve.

Accidenti, mi dispiace un sacco lasciarla andare.
Ho provato un leggero senso di malinconia  stamattina quando, solitaria come ogni mattino nel salutare il giorno, ho scorto ancora ben nascoste, timide, quasi  invisibili tra gli alberi, le prime foglie gialle.
Il mio animo quest’anno  è abbastanza acciaccato, si, insomma… ha visto decisamente nel corso della sua vita tempi migliori, ed  aveva l’assoluta necessità di averla accanto l’Estate, di viverla  gioendo di tutta la bellezza che generosamente ha sempre da offrire: i suoi colori, le sue albe, i suoi tramonti, i suoi splendidi cieli azzurri,  le sue incantevoli notti stellate. E perché no… pure la praticità e vorrei dire libertà  delle infradito e degli abitini leggeri, i capelli ad asciugare al sole, le cene fuori all’aperto. E la pelle che accarezzata dal sole diventa dorata. E il profumo del mare che in estate profuma d'amore e di passione.  E le lunghe corse con la mia bici nuova lungo le stradine silenziose dei luoghi in cui vivo. E la luce del giorno che  tarda ad andarsene che sembra dica: dai.. ancora un po’…ancora un po’..ancora un po’... E le passeggiate notturne nei vicoli della mia bella e raffinata Padova. E le  giornate lente d’Agosto, certo, lente, perché in Agosto  tutto diventi finalmente più lento, meno frenetico, e per una come me che (a parte la lentezza del risveglio mattutino)  è sempre  di corsa,   è  così …ma così… ma così …mille volte così tanto  bello percorrere la vita un po’ a rallentatore, che se potessi ci metterei la firma, certo, stipulerei un contratto di lentezza obbligatoria. Mi sto scocciando di correre.
Che poi, quando tutto è più lento… si osservano meglio le cose e si  assapora con maggior intensità ciò che ci accade intorno.
  
Questa estate del 2012 la ricorderò anche per la mia forma bizzarra di inventarmi piccole formule a base di leggerezza dedite ad alimentare  il buon umore. Tipo quella di dipingermi le unghie multicolore. Le ho portate così per tutta la stagione e ancora non riesco a separarmene.
Lo so che non parrà vero, eppure mi basta guardarle un attimo per provare pizzico di allegria, quel tanto che riesce a sbarrare la strada a quegli attimi di sconforto che, stronzi come sono tentano di intrufolarsi nell’animo.
Sono tentata di provare anche con i colori dell’autunno.
Le tonalità saranno più calde protettive, con meravigliose  sfumature che ricordano la terra e che… riusciranno a trasmettermi senza ombra di dubbio  tenere  sensazioni. 

L'animo mi ringrazierà